L’approvvigionamento di gas del nostro Paese comprende l’attività di estrazione su territorio italiano (4%) e l’importazione (96%).
Nel 2021, le importazioni complessive sono state pari a 72,7 mld/mc. Tramite gasdotti sono stati importati 62,9 mld/mc (pari all’86,5% del totale import). Il principale importatore è stata la Russia con 29,1 mld/mc, seguita dall’Algeria (21,1 mld/mc), dall’Azerbaijgian via TAP (7,2 mld/mc), dalla Libia (3,2 mld/mc) e dal Nord Europa (2,2 mld/mc) o di Gas Naturale Liquefatto (GNL) via nave (13,5%).
Le importazioni di GNL – che può essere rigassificato tramite processi fisici per essere immesso nella rete del gas – sono state pari a 9,8 mld/mc complessivi provenienti dai terminali di Cavarzere (7,3 mld/mc), Panigaglia (1,1 mld/mc) e Livorno (1,4 mld/mc).
In considerazione dell’attuale situazione geopolitica, il sistema di approvvigionamento italiano sta cambiando assetto, valorizzando le rotte da sud (Algeria, TAP), portando i tre terminali di rigassificazione esistenti a un pieno utilizzo (Panigaglia ha una capacità annua di 3,5 mld/mc, Cavarzere 9 mld/mc, Livorno 3,75 mld/mc) e sviluppando nuova capacità di rigassificazione.
A inizio 2023 dovrebbe entrare in esercizio la prima unità galleggiante di rigassificazione, con una capacità di 5 mld/mc; la seconda FSRU, con analoga capacità, dovrebbe entrare in esercizio entro fine 2024.
È previsto inoltre il potenziale raddoppio della produzione nazionale di gas.
L’obiettivo del nostro Paese è quello di raggiungere l’indipendenza dalla forniture russe entro il 2025, sostituendo gli attuali volumi grazie a 25 mld/mc di diversa provenienza, allo sviluppo delle fonti rinnovabili e a iniziative di efficienza energetica.