History

The Postwar Years

The Association, then called ANIG, was formed in 1946 just after the war ended with the objective: “to protect and sustain the interests of member companies, to support and facilitate in every way the reconstruction of the firms affected by war, to conduct union activities, to promote and foster understanding and agreements of an economic nature.”

The gas industry was committed to the reconstruction and reorganization of the industry, after the destruction and damage of war. The distributed gas was generally obtained by the distillation of coal, supplied by private companies, and was largely managed by the Association.

In 1946, the year of the advent of methane, the problem of using large-scale natural gas led toward the gradual transition to methane gas distribution, in conjunction with, or in some cases replacing the gas from coal distillation. ANIG promoted this technical innovation. In 1949, in the final year of the post-war reorganization, a national tariff system was instated that unified the cost of production and distribution.

The “Economic Boom” Years

During the fifties, the number of distributors of methane increased due to the development of new categories for its use, particularly that of domestic heating. The National Association of the Gas Industry, with an amendment of law, extended representation to companies or groups of companies that distributed natural gas through pipelines.

The sixties saw strong technological developments in production, thanks to the central and southern fields of the peninsula, the massive discoveries of natural gas in North Africa, and distribution of gas in the city. Besides the great discoveries of natural gas deposits underground in the Netherlands and in the adjoining North Sea, the availability of methane increased because of two important initiatives of Snam: the importation of natural gas from Libya and the Soviet Union.

Anigas allied with the members of the Association to protect their interests and concerns of service issues with the new landscape.

I grandi afflussi di gas

Negli anni Settanta la disponibilità del metano fa registrare un massiccio ricorso al gas naturale nell’industria chimica e siderurgica, con una più larga diffusione di questa fonte energetica nel mercato degli usi civili. Nel 1973 sono 1.090 i Comuni serviti dal gas contro i 175 del 1969. Si avvia il processo di metanizzazione dell’Italia meridionale che alla fine del decennio – grazie anche all’avanzata posa del gasdotto Snam per il trasporto del gas naturale algerino – entra nella fase risolutiva per quanto concerne la progettazione, la costruzione e la gestione degli impianti.
Le tematiche relative ai rinnovi dei contratti di lavoro assumono fondamentale importanza per l’Associazione.

Dalla crisi alla ripresa economica

Una lunga crisi economica caratterizza la prima parte degli anni Ottanta: crisi che trae le sue origini da una durissima concorrenza internazionale e da un gigantesco processo di innovazione tecnologica che modificherà profondamente la struttura del mondo del lavoro.
Gli anni Ottanta si aprono con l’avvio concreto della metanizzazione del Mezzogiorno: su 351 Comuni interessati alla prima fase di questo processo nel 1985, 222 affidano in concessione alle Aziende dell’associazione la realizzazione e la gestione degli impianti di distribuzione del gas.
Con l’attivazione di un incisivo programma di utilizzo del gas metano nelle centrali termiche del settore residenziale e terziario, l’industria italiana del gas dà il contributo maggiore all’attuazione dell’obiettivo fondamentale dei Piani energetici adottati dai vari Governi: la riduzione della dipendenza dal petrolio.
Gli Associati Anigas crescono di numero e aderiscono all’Associazione importanti imprese del Sud Italia.

Gli anni del cambiamento

Nella seconda metà degli anni Novanta il mercato del gas in Europa, e particolarmente in Italia, entra in una fase storica di grandi cambiamenti. Le Direttive europee sull’elettricità e il gas delineano l’Europa dell’energia del 2000 e accelerano, con precise scadenze temporali, le tappe evolutive indicandone gli obiettivi – maggiore efficienza, minori costi e minori prezzi – e modificando gli assetti strutturali, le politiche pubbliche e le strategie aziendali del settore.
In particolare, con la Legge n. 481 del 14 novembre 1995, viene istituita l’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas. Un ente indipendente con funzioni di regolazione e controllo dei settori dell’energia elettrica e del gas, che diviene pienamente operativo nel 1997.
L’Associazione si prepara ad affrontare queste nuove sfide, modificando il proprio Statuto (1998) e la propria sigla in Anigas.

Un nuovo contesto di mercato

Dopo l’emanazione del decreto Letta nel 2000, il mercato trasforma completamente i propri assetti.
Con l’avvio della liberalizzazione, il settore gas cambia: la separazione societaria tra la gestione delle infrastrutture e la fornitura di gas evolve verso l’unbundling. L’obiettivo è garantire indipendenza e accesso non discriminatorio alle reti e consentire a tutti i venditori di raggiungere i clienti finali. Con l’imposizione della separazione societaria, gli operatori devono attribuire a due società distinte le attività di vendita e di gestione della rete.
Anigas risponde al cambiamento riposizionandosi nei confronti degli operatori e raccogliendo le istanze non solo delle imprese di distribuzione, ma anche di vendita gas. L’Associazione partecipa fin dall’inizio al confronto con l’Autorità di Regolazione, collabora ad esprimere pareri nelle consultazioni, media tra le esigenze degli operatori fino a diventare uno degli interlocutori più qualificati.

Gli anni della liberalizzazione

Con il 2003 tutti i clienti finali in Italia diventano “idonei”, ossia liberi di scegliere il proprio fornitore di gas. Si sviluppano attività strettamente commerciali sempre più improntate alla concorrenza. Nasce il mercato libero, caratterizzato da offerte diversificate che nel tempo si focalizzano non più soltanto sulle condizioni economiche. Il mercato evolve: propone sempre di più offerte «su misura» per il cliente finale, per rispondere meglio alle sue esigenze, accompagnate da una serie di servizi accessori che si traducono anche in un vantaggio economico (sostituzione caldaia, partnership con operatori di settori diversi per offerte congiunte più convenienti…).
Accanto a quello libero, resta il mercato tutelato (le cui condizioni economiche sono definite da ARERA, l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente con un aggiornamento trimestrale) che comprende i clienti finali che non hanno scelto un nuovo fornitore sul mercato libero. Il mercato tutelato ha carattere transitorio: la prospettiva di liberalizzazione definita a livello europeo ne impone il superamento definitivo per attuare una completa apertura del mercato energetico.
Anche il mercato all’ingrosso evolve. Nel 2010 viene avviata la Borsa del Gas, gestita dal GME. L’approvvigionamento, un tempo focalizzato sui contratti di lungo termine take or pay, coglie sempre di più le opportunità offerte dal mercato spot, che cresce diventando il riferimento anche per l’aggiornamento delle condizioni economiche del servizio di tutela.
La rappresentanza e l’attività di Anigas rispecchiano l’evoluzione dell’industria del gas. L’Associazione segue l’attività regolatoria dell’allora Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas (AEEG), che disciplina la gestione delle infrastrutture e sviluppa una regolazione focalizzata anche sulle attività commerciali di vendita al cliente finale, nell’ambito del mercato tutelato. Anigas modifica il proprio Statuto per ampliare la propria rappresentanza, includendo tra i propri Associati gli operatori del trasporto, della rigassificazione di gas naturale liquefatto e dello stoccaggio e le aziende che svolgono attività di trading.

L'avvio della transizione energetica

A livello mondiale – dopo il Protocollo di Kyoto – è il 2015, anno della COP 21 a Parigi, a segnare una tappa importante nello sviluppo delle politiche di decarbonizzazione: l’obiettivo è di mantenere l’innalzamento della temperatura sotto i 2 gradi centigradi e guidare gli sforzi per limitare l’innalzamento della temperatura fino a 1,5 °C al di sopra dei livelli preindustriali.
A partire dal 2009, l’Europa approva una serie di pacchetti sempre più incisivi e ambiziosi per affrontare e gestire il cambiamento climatico:

  • il cosiddetto Piano 20-20-20, l’insieme delle misure pensate dalla UE per il periodo successivo al termine del Protocollo di Kyoto con il triplice obiettivo di:
    i) ridurre le emissioni di gas serra del 20%,
    ii) alzare al 20% la quota di energia prodotta da fonti rinnovabili,
    iii) portare al 20% il risparmio energetico: il tutto entro il 2020.
  • il cosiddetto Winter Package “Energia pulita per tutti gli europei”, adottato a fine 2018 e inizio 2019 per dare attuazione agli impegni assunti con l’Accordo di Parigi, che comprende diverse misure legislative in materia di efficienza energetica, sviluppo delle rinnovabili e mercati energetici, definendo gli obiettivi per il periodo 2021-2030.
  • il Green Deal Europeo, a fine 2019, con cui l’UE si impegna a definire un percorso che porti nel 2050 a un sistema con emissioni nette di gas a effetto serra.

La governance nazionale della transizione ecologica viene affidata ai Piani Nazionali Integrati per l’Energia e il Clima (PNIEC), disciplinati dal regolamento 2018/1999, e chiamati a definire per ciascun decennio obiettivi, misure e azioni per la transizione ecologica. L’Italia adotta a fine 2019 il suo PNIEC, a valle di un processo di consultazione che ha visto la partecipazione di Anigas.

L’Associazione evolve alla luce del nuovo contesto energetico: mentre aumenta la necessità di ridurre le emissioni e gestire il cambiamento climatico, l’industria del gas naturale avvia un percorso per contribuire alla decarbonizzazione del sistema energetico.

Nel 2021 Anigas approva il nuovo Statuto per recepire nell’ambito della propria rappresentanza anche i gas rinnovabili, low carbon e decarbonizzati come biometano e idrogeno, focalizzando sempre di più la propria mission sulla transizione energetica e sul ruolo che il settore gas può avere per garantire un percorso efficiente e sostenibile.

Gli anni della pandemia e dell’attuale crisi energetica

Il 2020, con l’inizio della pandemia e la conseguente crisi economico-sociale, muta radicalmente il contesto: ciò rende ancora più sfidanti gli obiettivi climatici. Nel difficile periodo emergenziale, caratterizzato da importanti restrizioni, l’industria del gas naturale ha assicurato la continuità del servizio e della fornitura di energia.

Nel 2021, la ripresa delle attività e della domanda energetica – insieme a diversi fattori contingenti e strutturali (globalità del mercato gas, concorrenza dei Paesi asiatici rispetto alla domanda di GNL) – hanno portato all’escalation dei prezzi energetici registrata a partire da fine 2021 e ulteriormente amplificata dal conflitto tra Russia e Ucraina da febbraio 2022.
Si assiste a un cambio di paradigma: la transizione energetica non deve solo traguardare gli obiettivi ambientali ma deve assicurare anche certezza e continuità delle forniture, con prezzi dell’energia accessibili per cittadini e imprese. Fattori oggi non più scontati alla luce dell’attuale situazione geopolitica internazionale.

A livello europeo, il Pacchetto RePower EU introduce una serie di misure finalizzate a rendere l’Europa indipendente dalle forniture russe e a conciliare sicurezza e decarbonizzazione.

La nascita di Proxigas

A fine aprile 2022, l’Assemblea delle aziende associate di Anigas delibera la nascita di Proxigas, la nuova Associazione di riferimento per il settore gas. Frutto dell’aggregazione di Anigas ed IGas, Proxigas rafforza la rappresentanza della filiera gas per affrontare con efficacia e autorevolezza le sfide della flessibilità e resilienza al sistema energetico nazionale – sempre più interdipendente dalle dinamiche europee e internazionali – favorendo al tempo stesso la transizione ecologica.

Il percorso di decarbonizzazione, insieme alle dinamiche geopolitiche in atto, pongono il settore gas ancor più al centro del dibattito pubblico. In tale contesto, l’intesa raggiunta rappresenta un importante segno di unità e coesione: il rafforzamento della rappresentanza associativa consentirà all’industria nazionale del gas di affrontare – in modo unitario – le criticità dell’attuale situazione e di offrire un contributo essenziale per coniugare decarbonizzazione e sicurezza delle forniture.

La nuova Associazione rappresenta la quasi totalità dei gestori delle grandi infrastrutture nazionali (i gestori dei tre terminali di rigassificazione, l’impresa maggiore di trasporto, i gestori degli stoccaggi), una larga parte dei gestori delle reti di distribuzione del gas naturale e i principali importatori e operatori attivi sul mercato ingrosso e retail.